Ricerca

Utenti online

6 user(s) are online (5 user(s) are browsing Publisher)

Members: 0
Guests: 6

more...
Publisher >
  • Nuove > Community e Web
  • I ban di Amazon e le funzioni di recensore
  • I ban di Amazon e le funzioni di recensore

    Recensioni e recensori: tutto o quasi quello che c'è da sapere sulla inibizione dalla Community

    Published by darkglobe on 02-Jun-2018 00:20 (80535 reads)

    Mi ero ripromesso di non tornare più sull’argomento, ma la caterva di ban di questa seconda metà di maggio e le varie testimonianze che ricevo ormai quasi quotidianamente sulle dinamiche degli stessi suggeriscono di raccontare qualcosa di più approfondito su questo tema, al fine di mettere in guardia chi scrive ancora recensioni sul noto portale di ecommerce e vorrebbe evitare di essere soggetto alle sue implacabili punizioni.

    Il ban, più propriamente il blocco della funzionalità di recensore, come i più sapranno è un provvedimento con cui Amazon inibisce ai clienti la possibilità di interagire nella Community degli utenti a seguito di presunte scorrettezze ovvero infrazioni dei regolamenti della stessa Community. In casi gravi, mai verificatisi ad oggi almeno sul fronte recensioni, si arriva alla chiusura completa dell’account, in taluni casi viene comunque cautelativamente sospesa l’utenza di affiliato.

    COSA COMPORTA IL BAN?
    L’inibizione comporta l’azzeramento di tutte (o quasi) le recensioni scritte sui portali Amazon, l’impossibilità di scrivere nuove recensioni, l’impossibilità di votare o aggiungere commenti alle recensioni altrui, l’impossibilità infine di porre domande sui prodotti agli altri utenti (aspetto che probabilmente è la limitazione più sgradevole, in quanto riduce parzialmente le funzionalità da cliente).
    Si osservi che il ban pare non comporti la rimozione di eventuali commenti pregressi a recensioni altrui.
    Stiamo dunque parlando di azioni inibitorie parziali che in alcuni rari casi, almeno in Italia, hanno coinvolto anche gli account dei familiari (account leciti e previsti dai regolamenti, sia ben chiaro) che vivevano in casa con l’utente punito e di cui i sistemi di Amazon avevano eseguito una correlazione con l’account oggetto del provvedimento di punizione.
    Quando un account viene bannato e con lo stesso si prova ad inserire una domanda sul portale, si vede comparire un banner (mal tradotto) che afferma che a causa della nostra “scarsa reputazione” (la parola reale è “posizione”, ma se si va sul portale inglese si comprende che il vero senso è diverso) non si potrà più inserire nulla.
    Un account bloccato, se il ban non è totale ma riguarda solo la Community, può continuare ad effettuare regolarmente acquisti e rilasciare feedback ai venditori del Marketplace.

    Offerte di Natale
    SI PUO’ ESSERE RIPESCATI DOPO UN BAN?
    Si contano sulle dita di due mani sia le casistiche di recensori il cui ban è stato rimosso nel giro di pochi giorni, senza che neppure ne avessero fatto richiesta, fenomeno accaduto i primi di dicembre 2017 per almeno 4 recensori, sia i casi recentissimi, cominciati da inizio maggio, in cui Amazon ha ammesso vari errori (o forse sarebbe più corretto dire che ci ha ripensato) e ripristinato account e recensori.
    In questi ultimi casi sono arrivate delle scuse sbrigative come quella che segue:

    Gentile Cliente,
    abbiamo riesaminato questa situazione e riattivato le Sue recensioni sul nostro sito. Ci scusiamo per qualsiasi inconveniente causato da questa situazione.
    Cordialmente
    Moderatore della recensione

    Sono casi rari ma non impossibili, per cui, a seguito di un ban, soprattutto se ci si sente con la coscienza a posto, conviene sempre richiedere al gruppo moderatori una verifica e dei chiarimenti, spiegando ove possibile quanto accaduto e facendo leva sulla propria “innocenza”. Nel mio caso Amazon ha impiegato ben 7 giorni per fornirmi una risposta dopo avermi posto in attesa, con un esito finale purtroppo negativo; in altri casi bastano poche ore per ricevere una risposta in un senso o nell’altro. Pare che il limite di tempo massimo entro cui Amazon si riserva di rispondere non superi nei casi più complessi la settimana.

    VIENE MOTIVATO IL BAN?
    Spesso no. Amazon si limita a dire che “dopo un attento esame” dell’account è stata verificata la violazione delle regole della Community. A volte a queste due righe viene associato qualche esempio assai generico e non ascrivibile direttamente all’utente, di infrazione dei regolamenti, ma mai e poi mai vi verranno fornite motivazioni precise e puntuali (a meno di non fare ricorso al Garante per la Privacy). Che tale comportamento sia o meno rispettoso delle normative sulla Privacy degli utenti è tutto da dimostrare, ma al momento è questa la prassi adottata da Amazon nel mondo.

    Gentile cliente,
    abbiamo constatato che ha infranto le nostre Linee guida per la creazione delle recensioni cliente. Di conseguenza, abbiamo rimosso tutte le sue recensioni e non sarà più in grado di pubblicare recensioni su Amazon.it.

    Abbiamo preso questa decisione dopo un attento esame del suo account per le recensioni. Le ricordiamo che questa decisione ha carattere definitivo.

    Non siamo in grado di fornire ulteriori informazioni in merito alla nostra decisione e potremmo non rispondere a ulteriori e-mail riguardanti la questione in oggetto.

    Cordialmente,
    Moderatore della recensione
    www.amazon.it

    Di seguito un classico esempio delle generiche motivazioni fornite a qualcuno degli utenti bannati:
    I suoi privilegi di Community potrebbero essere revocati per uno o più dei seguenti motivi:
    -- Elementi del suo account indicano una relazione con venditori, editori o altri recensori dei prodotti da lei recensiti.
    -- Le sue recensioni sono state pubblicate in cambio di un compenso, come buoni regalo per acquistare il prodotto, rimborsi, recensioni reciproche o prodotti gratuiti o scontati.
    -- Ha richiesto prodotti gratuiti o scontati in cambio di recensioni.

    MA CON QUALE LOGICA SI EFFETTUA L’INIBIZIONE DI UN UTENTE?
    Ad avviso di chi scrive, ma qui lo sottolineo, siamo nel campo delle convinzioni e delle deduzioni personali, ad ogni utente viene concesso un serbatoio massimo di infrazioni possibili. Ogni volta che si commette una infrazione, anche minima, il numero di infrazioni nel nostro serbatoio aumenta e, quando si supera la soglia, scatta il ban.  Le infrazioni a quanto pare vengono “impilate” ovvero non vengono mai azzerate per vecchiaia, un po’ come avviene ad esempio con il giudizio degli utenti su ebay, con la differenza che là si accumulano anche punteggi positivi che compensano quelli negativi, su Amazon purtroppo questo non può avvenire. Questa logica spiega anche perché i recensori con una attività di lungo periodo siano molto più a rischio dei recensori in erba, come del resto dimostrano i fatti.
    Pur essendo utilizzati il più delle volte una serie di programmi automatici specializzati nell’individuare utenti scorretti, almeno fino a pochi mesi fa pareva vincolante il parere “umano“ dei moderatori, dopo confronto con un altro gruppo indipendente, il csi, relativo alla linea cliente. Oggi sembra che il meccanismo sia stato quasi totalmente automatizzato, con conseguenze che non sono tardate ad arrivare, compresi ban collettivi, almeno sul portale .com, assolutamente schizofrenici e che in alcuni casi, come ad aprile di quest’anno, hanno portato all’inibizione totale, anche dunque come clienti, di un congruo numero di utenti, alquanto infuriati, che hanno presentato diverse forme di appello al BBB.

    QUALI SONO LE INFRAZIONI CERTE?

    COUPON, MALEDETTI COUPON
    Un tempo le recensioni di prodotti ricevuti in omaggio dai venditori erano assolutamente lecite: bastava ricevere un coupon ed acquistare il prodotto con uno sconto variabile dal 99 al 100%. Per le recensioni di tali prodotti la scritta “acquisto verificato” non era visibile a meno che lo sconto non fosse stato inferiore a circa il 95% del valore del prodotto.
    Col tempo Amazon ha modificato le proprie regole imponendo che nelle recensioni di prodotti ricevuti con coupon comparisse una scritta che ne evidenziasse la natura di “prodotto ricevuto in test in cambio di una recensione onesta ed imparziale”.
    In questa fase dei regolamenti era comunque da evitare tassativamente la duplice recensione di uno stesso prodotto scontato da parte di due account tra loro correlati (account che Amazon considera tra di loro intimamente collegati ovvero appartenenti ad esempio allo stesso nucleo familiare) in quanto tale comportamento portava alla rimozione di una o entrambe le recensioni e, in caso di violazione ripetuta, ad un ban.

    Da Novembre del 2016, nonostante Amazon avesse affermato con l’emanazione di nuove e confusionarie regole che il disclaimer non andava più utilizzato ma che la recensione di prodotti acquistati con coupon era ancora possibile, sono partite due epurazioni importanti dell’intero database di recensioni, di cui l’ultima il 7 gennaio 2017, con le quali sono state rimosse tutte o quasi le recensioni di acquisti con coupon (e per errore anche molte di quelli effettuati con buoni) redatte dopo l’emanazione delle stesse nuove regole (ma in alcuni casi anche prima di quella data).
    Di seguito una delle tante mail confusionarie ricevute dagli utenti a seguito del cambio regole di Novembre 2016, che induceva palesemente in errore:

    Gentile xxxxx,
    Ti confermo che è ancora possibile scrivere recensioni di prodotti ricevuti con sconti o gratuitamente. Ovviamente non avranno la dicitura Acquisto Verificato in quanto appunto ottenuti con un forte sconto o gratuitamente.
    Non sarà invece tollerato qualsiasi tentativo di influenzare o manipolare le recensioni da parte del venditore, tra cui condizionare futuri benefici o il contenuto della stessa.
    I benefici includono, ma non sono limitati a: opportunità future di ricevere prodotti gratuiti o scontati, l’appartenenza ad un programma o un club, sconti di cassa o buoni regalo, entrata in concorsi o lotterie, contenuti digitali bonus o crediti, e le valutazioni o reclutazioni che potrebbero influenzare le possibilità del destinatario di ricevere altri benefici.


    A rimetterci come noto sono stati tutti coloro che si erano fidati delle indicazioni degli operatori continuando a recensire con un solo account anche prodotti presi con coupon, mentre coloro che avevano furbescamente acquisito prodotti con un account secondario, insendo poi le recensioni degli stessi con quello primario, non sono stati quasi per nulla interessati dalla sforbiciata.
    Da notare che queste rimozioni coatte delle recensioni hanno anche dimostrato quanto fossero fallaci i primi programmi di individuazione e rimozione automatica utilizzati da Amazon. Io stesso ho chiesto e riottenuto la ripubblicazione di una recensione di un Tablet Teclast e di altre recensioni  rimosse “per errore” e tanti altri recensori, che allora avevano protestato, sono riusciti ad ottenere il recupero di recensioni di prodotti acquistati con banali buoni, addirittura buoni della stessa Amazon.

    La guerra da parte di Amazon contro i coupon era comunque iniziata ed a tendere si è trasformata nel divieto assoluto di recensire acquisti effettuati con coupon tramite l’account recensore o account correlati, pena un ban dopo un certo numero di infrazioni.
    Visto che qualcuno riusciva brillantemente a creare account non correlati a quello con cui recensiva (contrariamente alle fesserie che leggo in giro la cosa rientra tecnicamente nel fattibile), con cui acquistava gratuitamente tramite coupon, Amazon negli ultimi mesi ha deciso di bloccare del tutto per varie settimane le recensioni di acquisti non verificati per intere categorie merceologiche. Questa misura, straordinariamente energica, ha colpito da un lato in maniera spropositata anche recensioni di acquisti del tutto “reali” effettuati su altri portali, dall’altro si è dimostrata un malcelato tentativo di recintare la Community dei clienti Amazon per evitare promiscuità con la concorrenza.
    Fortunatamente, almeno su questa misura, Amazon pare sia tornata sui propri passi ed oggi resta attivo il solo limite delle 5 recensioni a settimana per acquisti non verificati.

    NOME, SIMBOLI E RIFERIMENTI ESPLICITI AD AMAZON NELLA PAGINA PROFILO
    Qualche utente privo di particolare fantasia ha spesso utilizzato nel nome o nel proprio logo disegni che richiamassero in maniera esplicita Amazon, Vine o sue iniziative. Assolutamente vietato: che io sappia di gente che ha azzardato in una maniera simile ve ne è rimasta assai poca. Chi ancora facesse bravate del genere dovrebbe darsi una rapida regolata.

    PUBBLICIZZARE PRODOTTI CON COUPON, GESTIRE GRUPPI CON COUPON
    Conosco fior di utenti di vecchia data segati perché gestivano gruppi facebook che offrivano coupon sconto per prodotti, tipicamente cinesi, o gestivano gruppi del genere. Ovviamente il ban in questo caso è più che lecito in quanto si configura un rapporto diretto tra utente e venditori, quindi attenzione ad evitare la creazione di gruppi simili, soprattutto se pubblici.

    LINK AL PROPRIO SITO NEL NOME UTENTE
    Basta guardare su Amazon.com per capire quanto questa pratica sia vietata e sbagliata. Il problema di Amazon è che lascia fare, poi all’improvviso sega. A richiesta esplicita un operatore mi riferì che era assolutamente vietato inserire nomi a dominio (e dunque email e riferimenti di siti) al posto del proprio nome utente pubblico.

    INVITO AL VOTO
    Assolutamente vietato dalla notte dei tempi. Si registra nel passato il caso di utenti con migliaia di recensioni ammoniti a rimuovere l’invito al voto più o meno esplicito inserito in coda alle proprie recensioni entro poche ore, pena un provvedimento inibitorio. Occhio a questa stupidaggine, che viene ancora oggi commessa da tanti e che, oltre avere utilità pressocché minima, procura solo guai.

    LO SCAMBIO O LA CRESCITA REPENTINA DI VOTI
    C’è stato il periodo in cui i famosi venditori della “recensione onesta ed imparziale” tendevano ad offrire con più facilità sample a chi stava più in alto in classifica, sulla base di un criterio di presunta affidabilità del recensore. Oggi è tutto cambiato, anche perché, per la visibilità dei prodotti, la valutazione positiva rappresenta ormai solo uno dei tanti criteri a beneficio dei venditori. Ma nel periodo in cui i sample erano ammessi ed anche in quello a seguire la pratica dello scambio voti era talmente diffusa da aver addirittura consentito a qualcuno di scalare la classifica ed arrivare nella Top 10. Anche in questi casi clamorosi (parliamo di medie anche di 10-20 like al giorno scambiati) il ban è stato inesorabile.
    A dimostrazione che un monitoraggio di questo comportamento scorretto esista, riporto una mail dei moderatori di Amazon che mi è stata fatta leggere, che giustificava la tanto da tutti agognata “chiusura” dei profili (che, se lasciati aperti, consentivano le scorribande selvagge dei “negavitizzatori” di turno) con la necessità di fare analisi dei voti ed impedire i tentativi di scambio degli stessi:

    Abbiamo verificato un’attività anomala di voti nelle ultime ore sulle sue recensioni ed aggiornato il sistema in modo che gli articoli recensiti non compaiano più nella lista del profilo. 
    Il sistema rimarrà bloccato fino a quando non avremo verificato possibili voti di scambio, questi, vietati dalle linee guida delle recensioni.
    Il sistema si aggiornerà automaticamente nelle prossime ore.

    Va comunque registrato il fatto che noti scambiatori di voti, da quanto mi risulta anche segnalati al gruppo moderatori, sono ancora beatamente dentro la classifica.
    Ripeto in ogni caso a tutti, scambiare voti non serve a nulla e procura solo guai estremi.

    È infine da annoverare la casistica, ormai credo in disuso, con cui alcuni venditori “pompavano” di voti le recensioni di propri prodotti, anche probabilmente con la non complicità degli utenti, ma con l’effetto di porli in una situazione di evidente e grossa difficoltà nei confronti di Amazon. Molti utenti che hanno segnalato l’anomalia direttamente al portale si sono cautelati da questa scorrettissima pratica, per altri la rimozione delle recensioni incriminate ed il successivo ban è stato spesso inevitabile, anche se non immediato.

    UN PRECEDENTE BAN
    Chi ha subito un ban e si è creato un nuovo account senza usare alcun accorgimento specifico per “separarlo” dal precedente, verrà prima o poi inevitabilmente ribannato.
    Il mio consiglio è di lasciar perdere: ormai scrivere abitualmente recensioni su Amazon, sia pure per semplice hobby, ha poco senso, perché, come ho spiegato altrove, i meccanismi di visibilità (posizionamento delle recensioni nella pagine iniziali del prodotto) tendono a premiare le recensioni più recenti invece che quelle più utili e meglio scritte, con l’effetto di veder svanire le proprie recensioni dalla home page del prodotto recensito nel giro di pochi giorni. È la stessa Amazon che ultimamente, come riportato anche dal Washington Post, afferma che è meno interessata alle recensioni avendo trovato meccanismi più significativi per la valorizzazione dei prodotti in vendita (“How Amazon comes up with its star ratings is a closely guarded secret. On its website, Amazon says it uses a machine learning model that takes many factors into account, including the age of a review, helpfulness votes by customers and whether reviews are from verified purchasers. Reviews are a minor factor in the overall rating, Amazon said, but it would not quantify their weighting” (WP.com).

    RICHIESTE PIU’ O MENO ESPLICITE AI VENDITORI DI SAMPLE SUL PROFILO
    Ah quanti ne ho visti di ban di questo tipo, legati al fatto che, dopo il cambio regole di Novembre 2016, qualche matto ancora chiedeva dal proprio profilo sample in cambio di recensioni. Vi invito a revisionare i vostri profili ed eliminare qualsiasi richiesta implicita o esplicita di sample, è assolutamente vietato.

    RECENSIONI RIMOSSE O RECENSIONI CHE SPARISCONO
    Esiste una casistica assai rara, che ha riguardato due utenti di mia conoscenza, in cui al ban è stata sostituita la “semplice” e totale rimozione delle recensioni, lasciando però intatta la facoltà di recensire.
    Ad altri utenti sono invece state rimosse in automatico alcune recensioni sospette (capita, come vedremo, se il prodotto è monitorato o se la recensione è stata scritta con pochi giorni di distanza dalla data di acquisto). In questi casi si sconsiglia assolutamente il reinserimento delle recensioni rimosse in automatico  (a volte diviene persino impossibile farlo) senza prima aver contattato il centro assistenza perché questa reinserimento potrebbe portare dritti ad un ban.

    SUPERAMENTO DELLE 5 RECENSIONI SETTIMANALI PER ACQUISTI NON VERIFICATI
    Come noto, per limitare la recensione di sample gratuiti, Amazon ha di recente limitato il massimo numero di recensioni settimanali relative ad acquisti non verificati. Chi dunque acquistava tramite un parente o un amico, facendo uso di coupon sconto, e recensiva con il proprio account ha dovuto incassare il colpo. Inutile dire che questo limite ha finito per penalizzare indiscriminatamente sia acquirenti "drogati” dall'uso nascosto di coupon, sia persone che acquistavano regolarmente presso altri portali, magari ad un prezzo più favorevole, ed intendevano poi condividere le proprie esperienze sulla piattaforma Amazon.
    Fatta la regola trovato l’inganno: è noto in rete che esistono vari modi per aggirare questa ridicola limitazione, al punto che Amazon è corsa ai ripari inserendo nel regolamento una clausola in cui afferma che, notando un eccesso di recensioni di acquisti non verificati, potrebbe intervenire rimuovendone alcune. Aggirare questo blocco rappresenta in ogni caso una violazione delle regole della community che ha causato il ban di alcuni “recensori della domenica”, ovvero di coloro che sfruttando lo sblocco settimanale inserivano decine e decine di recensioni aprendo contemporaneamente più finestre del proprio browser premarcando le stellette di valutazione dei prodotti da recensire.

    ALTRE IPOTESI DI BAN

    Ma veniamo a quello che ritengo il punto più importante del presente articolo. Quali sono le tecniche che presumibilmente Amazon utilizza per bannare? Ci tengo a precisare che quelle che seguono sono solo ipotesi basate però sui racconti degli utenti e sulla deduzione di loro comportamenti che potrebbero essere facilmente monitorati e registrati.

    SONO TECNICHE GIUSTE ED IMPARZIALI?
    A parere di chi scrive assolutamente NO! È ormai noto che per i ban Amazon sta facendo ricorso a motori di intelligenza artificiale (i famosi “sistemi automatici” citati nella Privacy Policy) che, imparando dai criteri adottati dai moderatori ed istruiti con specifiche regole inferenziali che valutano particolari pattern comportamentali degli utenti, sarebbero in grado di effettuare la selezione automatica degli utenti che avrebbero violato le regole. Sembra un po’ di assistere al film “2001 Odissea nello spazio” nel quale ad un certo punto il mitico Supercomputer HAL 2000 prende il sopravvento su una équipe di astronauti.
    The company said it uses artificial intelligence to analyze “hundreds of thousands” of Amazon customers who have been banned from leaving reviews and uses the data collected to build computer models of their behavior to predict future techniques." (WP.com)
    C’è da dire che ultimamente pare che i motori decisionali di Amazon siano diventati talmente aggressivi da bannare con una facilità estrema sulla base di semplici sospetti, indizi, coincidenze che molte volte nulla avrebbero a  che fare, come vedremo, con delle effettive e concrete violazioni. Con il risultato di far fuori svariati recensori, magari clienti che hanno contribuito in maniera determinante alla crescita ed alla valorizzazione della Community, incolpevoli e smarriti per l’incomprensibile punizione e di conservare in pancia qualche “colpevole” o quanto meno di adottare criteri che usano la clava per infrazioni minori e una carezza per altri utenti che hanno fatto uso massiccio di tecniche per eludere i controlli sulle cosiddette “recensioni a pagamento”, perfino in casi conclamati e segnalati da più parti allo stesso gruppo moderatori.

    IL TOGLI E METTI ORA EQUIVALE AD INSERIRE UNA NUOVA RECENSIONE?
    Era già nell’aria che il “togli e metti” (in inglese washing) delle recensioni, metodo utilizzato per azzerare i negativi fraudolenti e commenti negativi sulle recensioni messi ad arte da qualche “concorrente” scorretto, era sempre più mal tollerato dai moderatori di Amazon in quanto comportava loro un lavoro aggiuntivo non indifferente. Non sono mancati alcuni avvertimenti “informali” di cui questa mail ne è un esempio:

    Sono […] di Community spero che questa mail ti trovi bene.
    Nell’eliminare e reinserire le tue recensioni che hanno ricevuto negativi potresti aver violato le nostre linee guida.
    Ogni tentativo di manipolare lo stato delle recensioni è infatti proibito. Questo include anche la manipolazione dell’utilità delle recensioni attraverso la loro eliminazione e/o inserimento.
    Capisco la tua frustrazione, tuttavia non possiamo fornirti ulteriori informazioni sull’argomento.

    Ad Agosto 2017 questa pratica è stata totalmente detronizzata: chi toglie e rimette una recensione si ritroverà esattamente lo stesso numero di voti (inclusivo dei negativi, oggi del resto non più visualizzabili), ma la data di inserimento aggiornata a quella dell’ultimo inserimento e non a quella del primo post, come avveniva un tempo. Questo aspetto ha un effetto indiretto di non poco conto: togliere una vecchia recensione, magari di un oggetto recensito quando le regole di Amazon consentivano la recensione di prodotti ricevuti con coupon, ed inserirla con le nuove regole, potrebbe equivalere ad aver effettuato una  violazione inconsapevole dei nuovi regolamenti. Nulla sulla Policy della Community chiarisce questo aspetto ma non è da escludere che alcuni ban siano scattati anche per un eccessivo accumulo di vecchie recensioni rimosse e poi ripostate.
    Resta comunque un dubbio di fondo: pare che qualche recensore Vine abbia scritto e poi rimosso nel giro di due settimane recensioni di oggetti assai costosi, probabilmente per eccesso di negativi ricevuti. Possibile che questi casi così clamorosi vengano totalmente ignorati e/o tollerati alla luce di mail come quella sopra riportata?

    SEGNALAZIONI MASSIVE
    Amazon, come tanti altri portali, propone agli utenti (ed ai venditori) di segnalare comportamenti di altri utenti che siano in aperta violazione delle regole della Community o di apporre commenti sotto ciascuna recensione. Purtroppo se da un lato molte di queste segnalazioni, quando effettuate da singoli, cadono spesso nel dimenticatoio, le medesime hanno un peso quando vengono effettuate in maniera massiva da gruppi organizzati il cui scopo è gettare discredito su specifici utenti. E personalmente mi sono trovato a dover leggere di comunicazioni di Amazon che segnalavano a specifici clienti un eccesso di segnalazioni negative, elemento che nel tempo ha portato inesorabilmente al ban.

    […] dal nostro sistema risulta che il suo account ha avuto un numero significativo di segnalazioni da parte di aziende e di nostri clienti.
    […]Le ricordiamo che secondo le nostre Condizioni Generali di Uso e Vendita, l’uso inappropriato del Suo account potrebbe incorrere alla chiusura dello stesso e di ogni altro account associato all'account in questione[…]


    AMMONIMENTI: OGGI LE COMICHE
    Gli ammonimenti operati da Amazon dovrebbero essere lo strumento con il quale si avvertono gli utenti che stanno commettendo delle irregolarità e che prima o poi subiranno un intervento punitivo se continueranno a perseverare. Vediamone il contenuto standard:

    Gentile cliente,
    abbiamo constatato che ha infranto le linee guida della Community Amazon. Non è consentita alcuna forma di compenso in cambio della creazione, modifica o pubblicazione di contenuti. Ciò include prodotti gratuiti o scontati.
    Ricevere un pagamento o altri incentivi in cambio di una recensione cliente è considerato un compenso. Per pagamento si intende la ricezione di denaro o di un buono regalo per acquistare il prodotto. Per incentivi si intende qualsiasi tipo di ricompensa ottenuta in cambio di una recensione cliente, ad esempio prodotti gratuiti o scontati, contenuti extra, partecipazione a un concorso o a estrazioni di premi, sconti su acquisti futuri e altri omaggi.
    Per mantenere la fiducia dei clienti e offrire loro la migliore esperienza di acquisto, Amazon si impegna a svolgere indagini in caso di venditori, fornitori e altri soggetti che tentino di manipolare le recensioni o di soggetti terzi che forniscano recensioni dietro compenso.
    Ulteriori violazioni potranno comportare la rimozione dei suoi privilegi sulla Community Amazon o altre misure coercitive.
    Per maggiori informazioni, consulti le seguenti pagine sul nostro sito:
    -- Linee guida della Community (
    https://www.amazon.it/gp/help/customer ... lay.html?nodeId=201929730)

    Tutto giusto ed anche molto corretto se non fosse che:

    • alcuni utenti bannati non hanno mai ricevuto questo ammonimento, aspetto che segna una disparità di trattamento inaccettabile
    • alcuni utenti hanno ricevuto questo ammonimento, hanno fermato la propria attività di recensori e dopo qualche mese sono stati ugualmente bannati
    • alcuni utenti hanno ricevuto questo ammonimento dopo il ban

    Sta di fatto che ricevendo un ammonimento si rientra di diritto nella categoria dei recensori monitorati. Per quella che è la mia esperienza l’80% dei recensori ammoniti ha dopo qualche mese fatto una brutta fine.

    HTTP LINK REFERER
    Questa è una delle pratiche più subdole ed inique che potrebbero essere adottate. La pratica si basa sull’analisi del link di provenienza con cui gli utenti atterrano sulle pagine prodotti e sulla conseguente velocità con cui effettuano i successivi acquisti. In sostanza il protocollo http reca spesso l’informazione (pur se a volte parziale o mascherata) del sito di provenienza su cui si è cliccato un link per atterrare sulla pagina successiva. Provo ad essere più chiaro: se un utente si trova a navigare sul sito www.sito.it e su questo sito compare un link ad un prodotto Amazon http://www.amazon.it/dp/x, Amazon (così come qualsiasi altro portale) è in grado di capire, analizzando i propri  log, che l’utente, per arrivare alla sua pagina prodotto, è transitato per www.sito.it. Quindi, se 1+1 fa 2, è in grado di capire se l’acquisto di un prodotto è avvenuto passando per messenger, un gruppo facebook, una webmail o altra fonte sospetta.  
    A buon intenditor poche parole.
    C’è qualcuno che, in rete, è arrivato a sostenere che il monitoraggio non sarebbe esteso alla doppia azione click da facebook/webmail+acquisto ma alla semplice navigazione su una pagina del portale provenendo da pagine sospette. Ovvero il semplice e reiterato click di link trovati su facebook o ricevuti via mail (si presume da venditori) potrebbe compromettere la propria reputazione.
    Indizii aggiuntivi a supporto di questa logica sono dunque l'acquisto di prodotti usando direttamente il link senza passare per una ricerca, senza una navigazione con confronto con prodotti analoghi o senza mantenere il prodotto selezionato nel carrello per un certo tempo.

    VELOCITÀ DEL RECENSIRE
    Alcuni degli ultimi provvedimenti, ma anche alcuni strani ammonimenti ad utenti Vine, sembrano suggerire che la velocità con cui si recensisce un prodotto, tipicamente in meno di 72 ore dalla ricezione, potrebbe essere causa di ban o almeno di blocco sulla possibilità di recensire l'oggetto acquistato con la motivazione "non sei idoneo a recensire questo articolo". Anche in questo caso si ragiona per ipotesi: se un utente va in velocità con la recensione di un prodotto appena acquistato è evidente che dietro possa esservi un giro di compensi, con un venditore che preme per avere subito la recensione in linea, ma, ancora una volta, nulla di certo, solo sospetti ovvero presunzione di colpevolezza.

    NUMERO MEDIO DI RECENSIONI REDATTE IN UNA SETTIMANA
    Si tratterebbe di un criterio strettamente legato al precedente. Un utente che ogni settimana scriva con una certa assiduità recensioni per svariati prodotti potrebbe essere un recensore che quei prodotti li ottiene gratuitamente, magari in accordo con i venditori, almeno per determinate categorie merceologiche. Qual è la soglia oltre la quale il comportamento appare anomalo? Non é dato saperlo ma ad esempio 10 recensioni settimanali a parere del sottoscritto parrebbero già un valore troppo sostenuto perché non nasconda qualche magagna.

    RECENSIONI CUMULATIVE SU UNO STESSO PRODOTTO IN BREVE TEMPO
    Ci sono alcuni prodotti che obiettivamente rappresentano una calamita di guai. Sono quei prodotti che registrano molte recensioni, tutte tendenzialmente positive, nel giro di poco tempo. Oggetti tipicamente di scarso valore con decine di recensioni approssimative. Se vi capita di acquistare uno di questi oggetti di tasca vostra e di farne una recensione, magari poco dopo l’acquisto, siete automaticamente a rischio.
    Purtroppo questo sospetto nasce anche da falsi luoghi comuni, ad esempio quello secondo il quale recensire un cavetto USB sia necessariamente sinonimo di truffa. Nulla ovviamente di più sbagliato: un cavetto potrebbe, se mal realizzato, danneggiare irrimediabilmente il vostro terminale mobile, per cui una recensione assai scrupolosa dovrebbe analizzarne numero, disposizione e spessore dei cavi interni, piedinatura dei connettori terminali, robustezza, capacità in ampere, velocità di trasferimento dati, valore di eventuali resistenze interne. Purtroppo se qualche recensore come il sottoscritto e pochi altri hanno dimostrato che anche un oggetto semplice richiede a volte una cura notevole nella recensione, in un contesto in cui si ragiona su numeri e quantità, Amazon è portata a fare di tutta l’erba un fascio.
    Paradossalmente non sono solo il gran numero di recensioni su un prodotto a generare un campanello d’allarme, ma anche le recensioni di prodotti da poco messi in vendita e totalmente privi di opinioni su cui magari avete buttato l’occhio ed effettuato l’acquisto per qualche motivo.
    Insomma, in entrambe le casistiche, sembra concreta la possibilità di una accusa di colpevolezza, nonostante sia ampiamente possibile che un cliente possa effettuare un acquisto in perfetta buona fede e decida di scriverne poi qualcosa, senza che questo debba necessariamente destare sospetti.

    VENDITORI SOSPETTI E MONITORATI
    Legato alla problematica precedente c’è quella dei venditori monitorati. Acquistare da certi venditori, per i quali Amazon ha notato un eccesso di recensioni a 4 e 5 stelle (tutto obiettivamente mirato a far salire i suoi prodotti tra i primi nelle ricerche sul portale) ed effettuare una recensione dopo quell’acquisto, magari in tempi rapidi, è ennesimo comportamento che può condurre ad un ban. Non faccio qui nomi di venditori, che pure sono sulla bocca di tanti utenti, tra i quali quelli di un noto produttore orientale di oggetti per la cucina. Del resto di recente per alcuni oggetti, quando si procede ad una recensione, appare questa simpatica scritta gentilmente segnalatami da un recensore:
    Siamo spiacenti, ma non è stato possibile accettare la tua recensione relativa a questo prodotto
    Il prodotto ha attualmente limitazioni sull’invio di recensioni. Un motivo potrebbe essere il rilevamento di comportamenti non comuni per questo prodotto o la garanzia della migliore esperienza d’acquisto. Per maggiori informazioni, consulta linee guida per le recensioni dei clienti
    Ancora una volta si corre però il rischio di confondere la probabilità di una recensione fraudolenta con la certezza dell’infrazione di un regolamento.

    AMBIGUITÀ DEI RUOLI DI VENDITORE E RECENSORE
    Chi possiede sia un account come venditore/autore che un account come cliente recensore dovrebbe fare estrema attenzione a non ingenerare sospetti circa eventuali commistioni tra i due ruoli che possano essere equivocati come scambio di cortesie con altri venditori.

    PRESENZA IN GRUPPI FACEBOOK
    I gruppi facebook in cui i venditori, tipicamente cinesi, propongono campioni in test esistono fin da quando tutto questo era possibile (ovvero da molto prima del Novembre 2016). Per di più molti utenti facebook, per il solo fatto di aver segnalato la propria pagina sul profilo, si sono ritrovati iscritti, senza che neppure ve ne fosse stato chiesto il permesso, in svariati di questi gruppi.
    Ebbene Amazon pretenderebbe, pur conscia del fatto che i rapporti con i venditori siano nati nel “periodo d’oro”, che con la bacchetta magica questi rapporti scomparissero nel nulla. Tutti sanno invece che si tratta di una pretesa irragionevole, in quanto pur rimuovendosi dai vari gruppi si continua ad essere reinseriti e soprattutto capita di frequente che chi è stato recensore continuerà ad essere bombardato da proposte di ogni tipo, sia via mail che via Facebook.
    Personalmente mi sono trovato in moltissimi di questi gruppi che trovavo sinceramente interessanti per comprendere quali fossero le tendenze di mercato, sia pure di origine asiatica, un po’ alla stregua ad esempio dei gruppi relativi ad Aliexpress in cui ci si confronta abitualmente tra utenti sugli acquisti fatti e sulle problematiche di spedizione.
    Ebbene in molti è sorto il più che fondato sospetto che la semplice presenza in questi gruppi venga monitorata; per di più un banale click (senza dunque acquisto finale) su qualcuno dei prodotti presentati in tali gruppi, come spiegato in precedenza, potrebbe ingenerare dei sospetti basati sull’ipotesi che si sia in affari con qualche venditore.
    Il consiglio a questo punto è di uscire da qualsiasi gruppo “aperto” e rendere chiusa a chiunque la propria lista di amicizie, in quanto i gruppi potrebbero essere monitorati con i classici strumenti di sentiment analysis oggi tanto in voga tra i grandi operatori commerciali che si informano circa la reputazione sui social della propria azienda. Non stiamo parlando di fantascienza ma di normali strumenti consocitivi sulle cui elaborazioni successive ci sarebbe comunque tanto da obiettare.
    AGGIORNAMENTO del 20/12/2018: secondo quanto riferiscono alcune prestigiose fonti giornalistiche  (New York Times) vi sarebbe un accordo tra Amazon e Facebook: ad Amazon sono stati forniti i nomi e le informazioni di contatto degli utenti Facebook, nell'ambito di una partnership attualmente in fase di liquidazione. La società di Bezos avrebbe utilizzati tali dati per combattere le frodi.

    BOT E TRAPPOLE
    Nei gruppi, soprattutto stranieri, in cui si parla dell’argomento ban, si citano alcune casistiche, tutte da verificare, secondo le quali esisterebbero strumenti automatici o utenti fake che proporrebbero finti prodotti omaggio in cambio di recensioni, al fine di adescare gli utenti scorretti e farli cadere nella rete con l'inganno. Se è vero che le recensioni dietro pagamento violano il regolamento Amazon, è pur vero che l’uso di bot ed utenze fake potrebbe essere uno strumento al limite del legale per cui se e mai Amazon ne facesse uso, ma stento a crederlo, non sarebbe mai disposta ad ammetterlo.

    SEMPLICE ACQUISTO CON COUPON NON FINALIZZATO ALLA RECENSIONE
    E torniamo ancora una volta su questo benedetto tema.
    “There is a facebook group dedicated to this many of us filed complaints with BBB that seemed to light a little fire under there butts I was down for a week. I feel its because I use codes for discounts that I find online nothing to do with reviews but then they said their is also a Rank and search part of the TOS (Terms of Services ndr) so even if you don't do reviews you can be violating TOS for just searching and item you get for free ??? this is a grey area and I think it has to do with there algorithm and the way there TOS is written they can ban you for anything they want really and its sad needs to be written in English. I do social reviews and they said that is not in violation but if I search for the item they can ban me for rank and search TOS???“
    Questo è un post apparso come commento ad un video che citava i recenti ban del portale amazon.com che, come raccontavo, ha coinvolto ad Aprile migliaia di utenti, anche non recensori, scatenando una marea di proteste. Il messaggio afferma che, a seguito di una azione collettiva eseguita tramite il BBB (Better Business Bureau ndr), si è scoperchiato parzialmente il pentolone dei ban e si è venuto a sapere che alcuni di essi scatterebbero per il semplice utilizzo di codici sconto non finalizzati necessariamente a scrivere recensioni, ma semplicemente utilizzati per ottenere degli sconti prodotto. Ogni commento mi pare superfluo.

    ACQUISTO E RECENSIONE DI PRODOTTI IN SUPER OFFERTA
    Esiste la pessima consuetudine, da parte di alcuni venditori orientali, di portare i propri prodotti ad un prezzo scontatissimo, tipicamente 1 euro, durante un orario della giornata difficilmente accessibile agli utenti europei. Lo scopo è quello di facilitare acquisti di gran parte dei prodotti del propio catalogo da parte di recensori compiacenti o per mezzo di uno o più account "da acquirente" dello stesso venditore, in modo da poter rilasciare tutte recensioni positive a 5 stelle, per di più con bollino di acquisto verificato. I nomi di alcuni di questi venditori sono noti. Chi ha la fortuna di trovarsi nella suddetta fascia oraria e di acquistare qualcosa a prezzi bassissimi deve poi stare attento a non effettuare alcuna recensione, pena forte rischio di ban. Il ban in questo caso si basa su algoritmi che provano a scovare questa precisa tipologia di recensioni, ma, con il labile confine che esiste tra intelligenza e demenza artificiale, finiscono a volte per penalizzare utenti del tutto innocenti. Ad esempio molti utenti sono incappati nella rimozione indiscriminata di prodotti acquistati e venduti da Amazon, i Pantry per dirne una, il che dimostra come anche questo criterio punitivo sia assolutamente fallace. Analogo rischio si potrebbe ad avviso di chi scrive correre per prodotti della sezione wharehouse.

    DISPENSARE VOTI NEGATIVI
    Di recente Amazon è riuscita a porre un grosso freno ai negativi fraudolenti, realizzati da utenti con svariati account fake o associati in gruppi, una delle peggiori criticità dell’intero sistema delle recensioni. Chi ha iniziato qualche anno fa sa che sul fenomeno dei negativi messi ad arte dai recensori concorrenti c’era una scarsissima tutela da parte dei moderatori delle recensioni. Le uniche pratiche per proteggersi da questo sfacelo era affidarsi al washing (in attesa che gli attacchi terminassero, come tipicamente poi accadeva) e, per alcuni, farsi mettere il primo like sulle recensioni a 0: l’unico freno ai negativizzatori era legato infatti al limite dei 6 negativi massimi dispensabili a ciascun utente, dopo i quali era possibile rifilare solo negativi sulle recensioni a 0 like. Il primo voto richiesto da taluni e tanto criticato da alcuni finti moralizzatori, pur non avendo alcun peso in quanto considerato “campagna di voto” (filtrata dunque in automatico nei suoi effetti), poneva nei fatti un argine effettivo all’assalto dei soliti noti che, superata la suddetta soglia dei 6 negativi, non potevano commettere altri danni sulle recensioni a 0 like.
    Oggi Amazon ha finalmente messo in campo filtri molto più efficaci e migliori correlazioni tra account (due account correlati non possono mettere entrambi un voto alla stessa recensione, come è giusto che sia), in grado di rimodulare l’intero peso dei negativi con coefficienti che hanno in qualche maniera mitigato enormemente il fenomeno.
    Resta il dubbio: ma i negativi sono o meno motivo di ban? A giudizio di chi scrive Amazon sembra essere particolarmente sensibile alle incursioni realizzate sulle recensioni Vine, oggetto tra l’altro di continui e per certi versi inspiegabili attacchi, ma continua a lasciar correre sulle altre, al punto che noti negativizzatori, anche ex Top 10, continuano indisturbati la loro attività di recensori (e picchiatori).
    ATTENZIONE: da fine Settembre 2018 Amazon non consente più il rilascio di voti negativi, per cui questa voce non ha più senso se non in termini di storico dei comportamenti assunti nei mesi precedenti a questa importante modifica

    ESSERE CORRELATI PER QUALCHE MOTIVO AD UN ACCOUNT BANNATO
    Come scrivevamo sopra Amazon ha ulteriormente intensificato le logiche con cui correlare gli account di parenti ed amici. Su questo tema ho letto fiumi di stupidaggini ascientifiche, una delle quali riguarda gli IP. Lo strumento primario per la correlazione degli account sono e restano i cookies, dunque usare uno stesso browser con due account distinti porta al collegamento immediato ed indissolubile di due account. A seguire altri motivi di correlazione sono l’uso di una stessa carta di credito su account distinti ed altre logiche che non starò qui a dettagliare. Di certo L’IP (di rete) non è una condizione sufficiente, altrimenti provocherebbe il ban di intere aziende i cui utenti lavorano dietro un proxy, per cui di sicuro, nella correlazione, conta anche il valore dell’header http FORWARDED-FOR che veicola un secondo IP utile a differenziare differenti terminali posti dentro una stessa rete aziendale (o privata) che si presenta su internet con un IP pubblico uguale per tutti i terminali.
    Premesso tanto è da ribadire, come già descritto prima, che le regole della community vietano esplicitamente che uno stesso prodotto venga recensito da due account correlati. Se questo avviene una o entrambe le recensioni vengono rimosse e solitamente ad entrambi gli utenti viene impedito di reinserire una nuova recensione sullo stesso prodotto (probabilmente registrando una penalità). Se poi uno dei due account, su cui a questo punto potrebbe avviarsi una fase di monitoraggio, viene bannato, l’altro è inesorabilmente destinato ad un analogo epilogo, sarà solo questione di tempo.

    APPLICAZIONE DI NUOVE REGOLE SULLE VECCHIE RECENSIONI
    La sensazione - in alcuni casi sembra quasi una certezza - è che, soprattutto per i recensori “storici”, nella valutazione di un profilo utente venga presa in considerazione l’intera storia comportamentale.  Purtroppo gli algoritmi di valutazione della correttezza di un recensore non è chiaro se siano temporalmente tarati per escludere comportamenti utente che prima del novembre 2016 erano perfettamente leciti (le recensioni di prodotti ottenuti con coupon). Alcuni ban sono sicuramente figli di questa errata valutazione, incluso con comprovabile certezza quello dello scrivente e del resto le periodiche rimozioni automatiche di vecchie recensioni, non ultima quella massiva di fine maggio 2018 sembrerebbero confermare questa teoria.

    RESTITUZIONE DI UN NUMERO ECCESSIVO DI OGGETTI ACQUISTATI E REPUTAZIONE CLIENTE
    Come riportato anche su vari articoli di giornale, Amazon non tollera affatto le restituzioni eccessive di prodotti acquistati e di solito quando questo accade inizia a contattare il cliente con mail di accertamento. Di seguito una mail gentilmente fornitami da un cliente che, stufo di alcuni comportamenti di Amazon, ha iniziato a suo dire a restituire molto materiale:

    Gentile cliente,
    l'abbiamo contattata il XXXXXX in merito alle sue richieste di rimborso per articoli che ha restituito.
    Nonostante la nostra e-mail di promemoria, continua a restituire un elevato numero di ordini.
    Per aiutarci a comprendere i problemi che ha riscontrato con gli ordini, la invitiamo a rispondere a questa e-mail indicando i numeri degli ordini e i motivi di ciascun reso.
    Qualunque feedback utile a migliorare i nostri servizi sarà benaccetto.
    Il suo account rimane attivo. Potrà quindi continuare ad effettuare ordini e, se necessario, restituire articoli.
    Per maggiori informazioni sulla nostra politica dei resi può consultare la sezione Resi, Rimborsi e Titolo delle condizioni Generali di Uso e Vendita, disponibile nella parte inferiore di tutte le pagine di Amazon.it
    Cordialmente
    Specialista dell'Account Amazon.it

    La reputazione come cliente, che è un dato testimoniato sia da questo tipo di email che - molto spesso - da attestazioni degli stessi operatori telefonici, potrebbe in qualche maniera influire sulla tolleranza con cui Amazon valuta piccole o grandi infrazioni compiute all'interno della Community.
    Un utente di Tom's, a proposito di una discussione sull'assegnazione in test di Alexa, riferisce, sulla base di una presunta soffiata, tutta da verificare, con quali criteri Amazon gestirebbe una sorta di graduatoria interna dei propri clienti, che potrebbe ovviamente influire anche sulla gestione dei ban sulla Community:
    "Ho un 'insider' da diversi anni che mi aggiorna su queste politiche e sembra che Amazon assegni ad ogni cliente un punteggio che considera gli anni di abbonamento consecutivo a Prime (e la fedeltà durante gli aumenti di tariffe), il rapporto tra acquisti e resi (che deve essere superiore ad un valore prestabilito da un loro algoritmo), l'utilità e la cadenza delle recensioni (in questo caso chi recensisce troppo spesso ogni minima cosa viene penalizzato), l'utilizzo dei servizi inclusi in Prime (soprattutto Prime Foto e Prime Video), l'onestà e l'utilità del cliente e infine l'ammontare dei soldi spesi dal giorno del primo acquisto."

    In America le restituzioni eccessive hanno causato tantissimi ban totali e definitivi degli account, ma un simile comportamento sta generando una serie di problemi legali, perchè da un lato non vi è alcuna trasparenza sui numeri delle restituzioni che farebbero scattare i provvedimenti e dall'altro la pervasività di Amazon è così spinta che per alcune persone è diventato uno strumento di acquisto quasi insostituibile; in questi casi il ban finisce per crear danni molto seri a specifiche categorie di utenti che non troverebbero alternative d'acquisto presso altri portali.

    MI HANNO BANNATO, POSSO AVERE MOTIVAZIONI PRECISE E RECENSIONI?

    La risposta ad entrambe le domande è, per legge SI, ma nei fatti l’unica cosa che Amazon si sente ad oggi obbligata a fornire è l’insieme di tutte le recensioni redatte per il portale.
    Per ottenerle è però indispensabile rivolgersi via PEC agli uffici legali della società, perché se vi rivolgerete al gruppo moderatori otterrete la risposta assolutamente fantasiosa che riporto di seguito:

    […] la informo che non è possibile soddisfare la sua richiesta.
    Per i clienti che vengono banditi, le cui recensioni vengono eliminate dalla nostra pagina, non possiamo fornire copia delle recensioni eliminate.

    Nella mail, meglio se corredata con la opportuna modulistica reperibile sul sito del Garante per la Protezione dei Dati Personali, conviene sempre richiedere, oltre alle recensioni, anche le motivazioni precise del ban ed eventualmente l'elenco delle segnalazioni utente, opportunamente rese anonime, sulla vostra persona.

    CONCLUSIONI
    Siamo giunti alla fine, con la speranza che questo articolo, che verrà eventualmente aggiornato, possa fornire qualche indicazione utile a chi, recensendo, voglia evitare guai su Amazon. Di certo il clima è diventato così irrespirabile che viene da chiedersi se abbia senso continuare a coltivare un hobby in un luogo che fa di tutto per creare un ambiente ostile.
    Una considerazione va comunque fatta: i ban, come si è potuto constatare nell'arco di alcuni anni, hanno un gran livello di disomogeneità ed evidenziano un accanimento quasi incomprensibile verso alcuni ospiti del portale. Vi sono dunque recensori colpiti molto duramente ed altri ad oggi ancora illesi per comportamenti tutto sommato tra loro equivalenti; si chiudono a volte tutti e due gli occhi su violazioni palesi di qualche recensore mentre si usa la clava per colpire la minima infrazione di altri.
    Parrebbe dunque poco dignitoso, una volta bannati, tentare di rientrare in un posto i cui proprietari vi hanno sbattuto fuori in una modalità inelegante, spesso privandovi di una qualisasi motivazione plausibile; sarebbe un po' come autoinvitarsi come ospiti a casa di un conoscente che mal vi sopporta e ha fatto di tutto per tenervi lontano. Per quel che mi riguarda, a seguito di un recente e significativo "ripescaggio" di qualche recensore bannato, avevo chiesto, quale utente bannato, di essere almeno riabilitato alla sezione "domande", che è l'unica che ormai mi interessa, ma Amazon non mi ha neppure degnato di una risposta, una cortesia, quest'ultima, che evidentemente non merito (alla faccia dell'attenzione al Cliente).
    Una constatazione desolante è che i recensori sono in generale trattati da Amazon come un corpo estraneo, con una gestione molto rigida, fatta da operatori che più che avere una seppur minima capacità di discernimento sulla qualità delle recensioni badano essenzialmente alle stupidaggini, preoccupandosi di eseguire pedissequamente e rigidamente gli ordini dall'alto o le indicazioni di qualche applicativo automatico che commette continuamente grossolani errori. Viene dunque meno alcun senso critico su quanto si fa mentre si continua a devastare un patrimonio immenso di recensioni eccellenti, incluse le valutazioni critiche su specifici prodotti, con un gravissimo danno verso i clienti e con l'effetto finale che la zona grigia di indeterminatezza della applicazione delle regole sembra continuamente estendersi per l'intero sistema di recensioni e recensori.
    Ed ancora una volta viene da chiedersi se in questo contesto abbia oggi ancora senso postare recensioni su Amazon che non siano quelle 2-3 righe costituite sempre più frequentemente da emerite stupidaggini relative alla velocità di spedizione o alla bontà del pacco, da cui oggi il portale è invaso, grazie all'opera di epurazione compiuta dai suoi zelanti moderatori.
    Ma si sa, ora il sistema è finalmente "pulito", non vi sono più recensioni fasulle... e la polvere è finita sotto il tappeto.


    Navigate through the articles
    Previous article Quando Amazon rasenta il ridicolo
    The comments are owned by the author. We aren't responsible for their content.