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  • Il giovane Holden
  • Il giovane Holden

    La nuova efficace traduzione italiana

    Published by darkglobe on 28-Nov-2014 21:30 (804 reads)

    Premetto che questa recensione si riferisce alla nuova traduzione de "Il giovane Holden", curata da Matteo Colombo, letta e commentata in alcuni passi salienti da Baricco a "La Repubblica delle idee" presso il teatro San Carlo di Napoli. Non avevo purtroppo mai letto la precedente traduzione, ma mi preme sottolineare che con gran probabilità la nuova restituisce freschezza al testo, in quanto, al contrario di altre recensioni lette, è difficile affermare che il romanzo sia caratterizzato da un linguaggio un po' datato.
    Ma, al di là del linguaggio, ciò che conta è il testo, di cui sorprende l'efficacia della struttura narrativa nonostante la sua lineare semplicità, forse perché tale semplicità va direttamente al nocciolo dei pensieri e delle emozioni del giovane protagonista. Holden è un adolescente che soffre dell'ipocrisia delle persone che lo circondano, descrivendone le loro brutture, a volte quasi comiche, e manifestando al contempo il suo stupore per la bellezza e la naturalezza del mondo dei bambini, che vorrebbe tutti salvare dalla rovinosa caduta nel dirupo della maturità, perché noi tutti cambiamo e solo i personaggi del Museo di storia naturale restano immutabili nel tempo. Eppure, nonostante i suoi disagi, Holden porta dentro di sé un profondo affetto, ricambiato, per la saggia sorellina Phoebe e per i due fratelli, di cui uno costantemente presente nella sua vita, anche se scomparso.
    "Il giovane Holden" è in sintesi il racconto di un percorso di pochi giorni, per certi versi allucinato, in una New York che fa solo da sfondo anonimo, un viaggio che va dai giorni natalizi dell'espulsione dal Pencey, ennesimo college a cui il ragazzo è stato iscritto dopo i precedenti abbandoni, a quello del tentativo finale di fuga verso un posto isolato e lontano dal caos della metropoli; viaggio intervallato, nel suo evolversi, dall'incontro con amici, mentori, brutti figuri ed altre persone che non aiuteranno certo il giovane ad uscire dal suo isolamento depressivo.
    Non siamo di fronte ad un capolavoro della letteratura mondiale, ma si tratta pur sempre di un testo caratterizzato da alcuni momenti di riflessione esistenziale che sfiorano il poetico, un testo che indubbiamente lascia un segno. Consigliatissimo a tutti, soprattutto a chi non lo ha mai letto: definirlo romanzo di formazione pare riduttivo.


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