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  • Recensione film: Questione di tempo
  • Recensione film: Questione di tempo

    Una bella commedia sentimentale moderna

    Published by darkglobe on 01-Oct-2014 01:00 (690 reads)

    Dal bravissimo ed originale sceneggiatore britannico Richard Curtis, curatore di alcuni successi quali Quattro matrimoni e un funerale, Notting Hill, i due Bridget Jones, nonché regista di film quali Love Actually ed I Love Radio Rock arriva questa toccante commedia diretta dopo alcuni anni di pausa.
    Tutti gli impacciati come Tim (Domhnall Gleeson) vorrebbero avere la possibilità di rimediare a terribili figuracce con le ragazze: a lui questa possibilità viene offerta dal padre (il solito, strepitoso Bill Nighy), che gli rivela, il primo dell’anno, un segreto secondo il quale tutti i maschi della sua famiglia hanno la possibilità di viaggiare all’indietro nel tempo, riassaporando più volte le cose belle della vita o dando qualche "aggiustatina" agli eventi. Ed è grazie a questi poteri che Tim prova prima a conquistare Charlotte (Margot Robbie), la bonazza di turno, ma poi nel tempo concentrarsi nel raffinamento dell’azione di corteggiamento di Mary (veramente brava in questo ruolo la radiosa Rachel Mc Adams), colei che potrebbe poi diventare la donna della sua vita. Il tutto ostacolato da vari incidenti di percorso, compresi i problemi che le crea la cara ma un po’ scapestrata e sfortunata sorella.
    È una bella commedia corale, che inizia con un ritmo spumeggiante, fatto di apoteosi comiche come quella dell’incontro tra Tim ed Harry (Tom Hollander), lo sguaiato sceneggiatore ed amico paterno, ma che poi rallenta (magari a volte un po' troppo) spostando progressivamente il fuoco sull’aspetto romantico e soprattutto sulla relazione tra Tim e il padre, forse la parte meglio cesellata del film da cui deriva anche una morale sul senso e la bellezza della vita, con o senza ritorni al passato.
    Il dono del regista Curtis resta quello di riappropriarsi sapientemente di formule e canovacci già visti, sfiorarando a volte il confine del convenzionale, ma di farlo con una grazia ed un risultato finale così raffinato da ricordare lo stile di importanti registi del passato (Minnelli, tanto per fare un nome). Bella la colonna sonora.


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