Ricerca

Utenti online

11 user(s) are online (10 user(s) are browsing Publisher)

Members: 0
Guests: 11

more...
Publisher >
  • Recensioni > Musica e Film
  • Recensione film: Tè e simpatia
  • Recensione film: Tè e simpatia

    I turbamenti di John Lee

    Published by darkglobe on 20-Feb-2015 01:00 (947 reads)

    Film minnelliano nell'anima ma forse non tra i migliori a causa di una certa verbosa lungaggine che deriva in parte dal testo teatrale di Robert Anderson, dal quale è tratto lo script, che a suo tempo fu abbondantemente edulcorato su pressioni della MGM, a causa del tema scabroso che trattava. Racconta della maturazione sessuale e mentale di Tom Lee (John Kerr), ragazzo incline alla compagnia femminile e ad interessi da adulti (musica classica, libri, teatro), fatto che lo allontana dai suoi coetanei, che lo scherniscono appellandolo sorellina, e lo avvicina a Laura Reynolds (Deborah Kerr), moglie del rozzo e conformista Bill Reynolds (Leif Erickson), insegnante di ginnastica del college. Solo lei, a cui il ragazzo ricorda il suo primo marito deceduto, comprende infatti e apprezza la finezza d'animo del ragazzo, che spesso invita per un tè, fino al punto da innamorarsene segretamente. I fatti degenerano quando Tom, preso in giro con inusuale accanimento, dopo un tentativo fallito di andare a letto con Ellie (Norma Crane), una ragazza facile del luogo, per tacitare le voci sulla sua omosessualità, tenta il suicidio. Laura, venuta a conoscenza dell'accaduto, va a consolare Tom, poi lo bacia... dieci anni dopo lo studente, divenuto ormai scrittore, torna sul luogo del delitto, ma per lui trova solo una lettera lasciatagli dalla donna, che si è allontanata per un periodo di riposo, la quale gli confessa per iscritto che all'epoca si era innamorata di lui e che questa simpatia/empatia aveva incrinato i suoi rapporti col marito.
    Il ritratto di Tom è quello di un ragazzo che tentenna tra un complesso edipico (in fondo Laura rappresenta la sua mamma assente) ed una latente omosessualità adolescenziale, che sembra preoccupare coetanei ed adulti, i quali trasformano la propria angoscia, di fronte all'incomprensione del "diverso", in atti crudeli verso il ragazzo. Laura è invece una donna che, a causa di insoddisfazioni dovute a scelte di vita errate, è alla ricerca affettiva e un po' morbosa di un uomo debole e da accudire e su cui dunque possa generare un sentimento di dipendenza. Deborah Kerr, appare molto brava nelle sue timide esitazioni e nei suoi slanci emotivi e del resto il ruolo era stato da lei già interpretato a teatro. La Bergman, inizialmente coinvolta al posto della Kerr, sembra avesse declinato su insistenza di Rossellini, ma fu anche lei protagonista di una versione teatrale di Jean Mercure dello stesso testo.
    Forse il difetto maggiore del film resta questo suo lievitare indefinito e mai completamente compiuto tra introspezione psicologica e melodramma, ma in ogni caso si tratta di un'opera che, pur con i difetti sopra citati, ha indiscutibilmente contribuito alla storia del cinema statunitense.


    Navigate through the articles
    Previous article Recensione film: Femmina ribelle Recensione film: L'ultimo spettacolo Next article
    The comments are owned by the author. We aren't responsible for their content.