Secondo lo studio citato da Forbes, che mi è stato gentilmente segnalato da un recensore di cui ometto i riferimenti per privacy, la situazione delle recensioni di Amazon non è mai stata così catastrofica.
Tutto pare sia scattato con il cambio regole: prima era possibile recensire prodotti ricevuti gratuitamente citandolo con apposito disclaimer, ora il divieto costringe molti ad aggirare l'ostacolo con pratiche che creano forte dipendenza tra venditori e recensori (ad esempio Paypal).

Forbes parla addirittura di "Fake Review problem", citando il reclutamento di recensori tramite i gruppi Facebook. La recensoni "fake", a detta dell'articolista, tendono ad essere più lunghe, piene di foto e video, quasi fossero una brochure di prodotto e molti dei reviewers che sono entrati in questo nuovo sistema producono anche dalle 12 alle 15 recensioni a settimana, tutte con 4 o 5 stelle.

Amazon replica che queste reviews sono solo una piccola percentuale del totale, ma secondo Forbes il sistema regge ancora solo grazie alle vecchie recensioni, essendo le ultime fortemente viziate dal problema. Amazon conclude di aver messo in moto almeno 1000 azioni legali contro chi sta abusando del sistema.

Nel frattempo in Italia, sul canale Amazon, compare uno spot sulle "vere recensioni" Amazon, su cui vale la pena far qualche riflessione. Il messaggio, pur amplificato dalla fantasia dei creativi del marketing, sembra abbastanza chiaro: vogliamo recensioni empatiche, recensioni che comunichino una qualche emozione e non inutili sbrodolate. C'è da rifletterci.